mercoledì 27 marzo 2013

Intervista ad Ilaria Rezzi

Ilaria Rezzi è una giovante artista nata a Roma. Dopo aver studiato presso l’istituto per la Cinematografia e la Televisione “Rossellini” e all’Accademia delle Belle Arti di Roma, comincia ad esporre in diverse mostre sia collettive sia personali. A pochi giorni dall’inaugurazione della mostra “Pintage, la ribellione del modulo”,a Roma dal 23 al 29 marzo 2013, ci parla di arte con il punto di vista tipico dell’artista.

Tra pochi giorni si aprirà la mostra “Pintage la ribellione del modulo” dove esporrai le tue opere, ma cosa vuol dire Pintage?
Pintage  è la tecnica che integra il collage alla pittura. Creo partendo da  immagini ritagliate da foto, riviste, quotidiani ma la regola è usare solo figure intere. Non uso solo il pezzo che mi serve ma tutta la figura che ho ritagliato. Questo vuol dire scendere a compromessi e accettare l’imperfezione, per esempio un’immagine che ho scelto e ritagliato può avere quel riflesso che nell’insieme stona ma la tengo così com’è.
Questa tecnica mi consente anche di filtrare le troppe immagini che quotidianamente ci investono e di dargli un nuovo significato.

Che temi affronti nei tuoi pintages?
Quello che mi interessa, dal mondo del fumetto ai miei miti, ai cantanti pop come Jovanotti e Renato Zero al viaggio. Affronto tutti i temi che sono importanti per me.

Nelle tue opere affronti spesso il viaggio ma non mancano riferimenti alla tua città, qual è il tuo rapporto con Roma?
Ho un approccio da turista, quando torno a Roma continuo a girare per strada come se fossi in viaggio. Mi lascio guidare da quello che vedo, mantenere l’entusiasmo sempre attivo non è facile bisogna abbandonarsi ogni tanto.

A chi si rivolgono le tue opere?
A tutti è banale, ma è così. I dipinti e i pintages che faccio vengono completati dalle persone che si fermano a 
guardarli non importa se si tratta di studenti, amici o della donna delle pulizie.

Durante l’inaugurazione della mostra Antonella Civale reciterà un monologo scritto e diretto da Vittorio Ciardo,  come descriveresti questa collaborazione?
Non è la prima volta che collaboro con Vittorio Ciardo, è già andato in scena ad ottobre uno spettacolo scritto da lui e basato proprio sui miei collages e dove questi erano in scena. Anche il monologo “Pintage” è stato scritto partendo dalle opere che saranno esposte ed è  interessante integrare due forme d’arte diverse che presuppongono tipi di attenzione diverse.

Hai frequentato l’Accademia delle Belle Arti, cosa pensi dello studio della storia dell’arte e delle tecniche artistiche? Non credi che possano intaccare la purezza dell’artista creando delle sovrastrutture?
Personalmente mi sono allontanata dalla storia e ho cominciato a non seguirla. Per quanto riguarda la tecnica se la conosci la puoi usare ma allo stesso tempo può diventare un sedimento difficile da allontanare. Non esiste un approccio giusto o sbagliato ma anche qui è necessario trovare un compromesso tra l’imparare e  il dimenticare.

Che ruolo ha l’arte oggi?
Credo che aprirsi all’arte figurativa in generale sia un allenamento per allontanarsi dalla visione prettamente materialistica delle cose. Sì può far entrare l’arte nella vita perché questa non è solo una tela ma un modo di comportarsi e può influenzare i gesti quotidiani come lavarsi i denti o camminare e parlare. Credo inoltre che ogni forma d’arte debba essere un valore aggiunto per tutta la comunità e che possa servire a sensibilizzare le persone.

Per concludere, che cosa vuol dire essere artista?
Per me è stato un alibi sin da quando avevo 12 anni, era una giustificazione alle mie stranezze quindi è stato anche un aiuto. Essere artista però prende anche forme diverse, a volte non esco dallo studio per giorni  altre volte non tocco pennello per lunghi periodi ma non smetto mai di fare arte perché la faccio con gli occhi e con la testa. Essere artista ti colora il mondo, è un privilegio. 


venerdì 8 marzo 2013

8 marzo, tanti auguri maschietti!


Puntuale come ogni anno è arrivata la festa della donna e con essa ondate di mimose, auguri e frasi acide. 
Premetto che questa ricorrenza non suscita in me nessuna sensazione, forse perché non reputo così ingombrante il mio doppio cromosoma X, ma l'opinione su tale giornata appare decisamente polarizzata e sono presenti due schieramenti agguerritissimi. 

Da una parte ci sono le "festaiole", quelle che fanno e si aspettano gli auguri, e che passano la serata in pizzerie, ristoranti, discoteche e pub, magari sbavando alla vista di omaccioni nudi, unti e depilati (dalla non provata virilità tra l'altro). 

Dall'altra ci sono le femministe, quelle che non vogliono essere paragonate ai panda, che ti mandano a quel paese se ti presenti con in mano un rametto di mimosa e che ostentano una dettagliata conoscenza della storia di tale ricorrenza. Per farla breve quelle che hanno fatto propria la frase cult di ogni 8 marzo che si rispetti: "Festeggerò quando sarà istituita anche la festa dell'uomo." 

Ma oggi non voglio parlare di donne e di condizione femminile (questione molto seria), vorrei, infatti, mostrare la mia solidarietà ai maschietti che, involontariamente, collezioneranno figuracce su figuracce, facendo gli auguri alle femministe e ignorando le festaiole. Ragazzi vi sono vicina e sappiate che qualunque vostra azione verrà mal giudicata, quindi non datevi pena;  oggi femministe e festaiole hanno un nemico comune: il maschio. 
Ma siate pazienti, domani tornerà tutto alla normalità intanto tanti auguri, ne avrete bisogno!



P.S. La Festa dell'uomo esiste, cade ogni anno il 19 novembre.

lunedì 4 marzo 2013

Ridiamoci su? Anche no

Dov'eravamo rimasti? Ah sì, ai risultati elettorali e al parlamento diviso in 3. 
La situazione non è di certo migliorata anzi, il popolo italiano sta assistendo (più che meritatamente) alla saga delle contraddizioni e al festival delle isterie, insomma un reality show dove chi prende più voti non vince (grazie porcellum). 
Alla fase finale di questa avvincente sfida sono arrivati in tre, ed ora li presenteremo (come se fosse necessario...)

1.
Nome: Pierluigi Bersani
Partito: PD
Orientamento politico: centro-sinistra
Segni particolari: ha buone idee ma non è stato dotato di carisma.
Alleati: Nichi Vendola, detto anche l'Inascoltato e forse Renzi, il numero 2. 
Strategia politica: piangersi addosso e corteggiare inverosimilmente il Movimento 5 stelle.


2. 
Nome: Silvio Berlusconi
Partito: PDL 
Orientamento politico: centro-destra
Segni particolari: ha governato 8 anni su 10 (durante i quali ha pensato solo ai cazzi suoi) e ancora non ha       finito.
Alleati: Alfano, il fedelissimo; Lega Nord, ma solo quando gli fa comodo
Strategia politica: rimanere saldamente ancorati al posto di comando sempre e comunque cercando accordi con chiunque. 


3.
Nome: Beppe Grillo
Partito: Movimento 5 Stelle, ma non è un partito eh, i partiti sono vecchi e superati, questo è un movimento di idee e cittadini onesti.
Orientamento: non pervenuto. Da destra li additano come comunisti, da sinistra come fascisti
Segni particolari: garante del movimento ma prima di tutto comico
Alleati: Casaleggio, imprenditore e fondatore della Casaleggio Associati, società che ha la "missione di sviluppare consulenza strategica di rete per le aziende e di realizzare rapporti sull'economia digitale" (banalissimo copia-incolla dal sito ufficiale) 
Strategia politica: nessuna fiducia a nessun partito (sono morti, ricordatelo); aprire il Parlamento come una scatoletta e dedicare a tutti un vaffanculo.


Se vi state chiedendo quale sia il numero del televoto vi dico subito che non c'è, abbiamo avuto la nostra occasione quando siamo stati chiamati alle urne ma non è servito a molto. Dovevamo sceglierne 1 tra 6 ma siamo riusciti solo a dimezzare il numero dei contendenti. Comunque adesso tocca a loro e al Presidente della Repubblica, noi possiamo solo assistere a questo teatrino ed aspettare. (per la serie "chi se ne fotte del voto dei cittadini")

In tutto questo la stampa italiana, dopo aver inseguito (sulla spiaggia) Grillo (mascherato), ha cominciato ad osservare al microscopio i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Gli innumerevoli guai giudiziari di Silvio Berlusconi non fanno notizia se paragonati ai parlamentari che non sanno dove si colloca topograficamente il Senato o quale sia il numero dei parlamentari, come se questi fossero i primi ignoranti ad essere stati eletti! Non sono certo un'ammiratrice del Movimento, ma è chiaro anche a me che questo è solo inutile accanimento! Ho tanto la sensazione che i media siano entrati in un vortice di dispetti, scaramucce e vendette: Grillo, ignorato per anni dai giornali italiani, si concede solo alla stampa estera e i media italiani (giustamente) indignati si vendicano facendo radiografie ai parlamentari del Movimento. Proprio oggi qualcuno ha riesumato una hit anti-grillina: l'accusa di fascismo. Roberta Lombardi, eletta capogruppo (pro tempore) alla Camera dei Deputati, è stata analizzata più che scientificamente; bisogna ammettere però che il soggetto si presta... Dal blog dell'Onorevole Cittadina è stato estratto un passaggio di un post pubblicato dopo la famigerata "apertura a Casapound" da parte di Grillo. Le frasi estratte sono sì equivocabili ma se contestualizzate assumo un significato diverso e più che un inno al fascismo sembra di trovarsi davanti ad un'apologia di Beppe Grillo (che se ne frega dell'antifascismo) 
Allora perché prendersela con questa Signora? Leggendo, leggendo si scopre un post datato 23 Febbraio nel quale, riferendosi alle ben note (e più che giuste) proteste dei giornalisti italiani durante la tappa conclusiva della campagna elettorale, la Lombardi paragona i suddetti giornalisti ad ospiti non invitati che una volta fatti entrare si mettono a curiosare nei cassetti della padrona di casa... beh, tutto torna, io insulto te, tu insulti me e insieme disinformiamo o malinformiamo.